Secondo l’art. 83 del TUIR, al fine di determinare il reddito d’impresa bisogna apportare all’utile o alla perdita d’esercizio, derivante dal bilancio, le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti all’applicazione dei criteri stabiliti dalle norme fiscali. Il TUIR elenca e chiarisce dettagliatamente quali sono le componenti positive di reddito: ricavi, plusvalenze, sopravvenienze ecc… Mentre, a proposito delle componenti negative di reddito, dà solo un riferimento su come riconoscere quali sono i costi deducibili e quali non lo sono.
Un costo è deducibile solo se inerente e documentato. Un costo è inerente solo se è riferibile all’attività dell’impresa e se tiene anche conto delle sue dimensioni e delle sue esigenze promozionali. Altresì, si considera inerente solo se si può escludere l’utilità privata per l’imprenditore o per il socio di una società, basta quindi la mancanza di un fine extracontabile.
Con riferimento al principio di inerenza di un costo, l’art.109, comma 5, del TUIR, sancisce che le spese e le altre componenti negative di reddito risultano deducibili, nella misura in cui si riferiscono alle attività o ai beni da cui derivano i ricavi o altri proventi che concorrono alla formazione del reddito imponibile.
Per esempio, l’art.164 del DPR 917/86 stabilisce che la regola di deducibilità delle spese per il veicolo variano in funzione al tipo di utilizzo per l’esercizio dell’attività d’impresa. Infatti, per esempio, il carburante per un taxista è un costo indispensabile e quindi interamente deducibile, in quanto senza il carburante non può svolgere la sua attività. Mentre, per esempio, lo stesso costo per il carburante per un professionista è parzialmente deducibile in quanto ad uso promiscuo.
La Commissione tributaria di Roma, con la sentenza n.142 del 18 aprile 2011, ha ampliato il concetto di inerenza, considerando un costo inerente non solo quando è direttamente correlato ai ricavi dell’impresa, ma anche quando il costo è correlato all’attività dell’impresa intesa in senso ampio e con riferimento all’oggetto sociale della stessa.
Affinché un costo possa essere dedotto deve essere, oltre che inerente, anche documentato, per dimostrare non solo l’inerenza con l’attività svolta, ma anche l’effettivo sostenimento del costo. In caso non sia sufficiente la documentazione presentata è onere del contribuente dimostrare l’inerenza delle spese all’attività espletata.
L’onere della prova è richiesto principalmente per quanto concerne l’inerenza di beni promiscui, cioè quei beni che possono essere utilizzati, oltre che per scopi imprenditoriali, anche per scopi privati: alberghi, ristoranti, spese per viaggi, telefono, mezzi di trasporto ecc… Per questi costi il TUIR stabilisce, che sono deducibili solo in parte, e in alcuni casi ne stabilisce anche forfettariamente la deducibilità.
Nell’esercizio dell’impresa, arte e professione, vengono acquistati dei beni strumentali deperibili e a utilità pluriennale, (impianti, macchinari, fabbricati). Proprio perché vengono utilizzati in più anni, il loro costo viene ammortizzato e quindi ogni anno verrà dedotta la quota di ammortamento che rappresenta la quota di costo di competenza nell’anno.
Esistono però dei beni che pur essendo a utilità pluriennale non perdono valore, come per esempio le opere d’arte o i terreni, in questo caso il loro costo è indeducibile, in quanto non sono beni deperibili nel tempo.
Inoltre, secondo la circolare 35E del 2009 dell’Agenzia delle Entrate, un costo può essere considerato inerente e quindi dedotto solo se risponde anche a criteri di ragionevolezza in funzione all’obiettivo di generare benefici economici per l’impresa ovvero sia coerente con le pratiche commerciali di settore. La stessa circolare si occupa delle spese di rappresentanza evidenziando che una spesa di rappresentanza deve, quindi, risultare ragionevole, in quanto idonea a generare ricavi ed adeguata rispetto all’obiettivo atteso in termini di ritorno economico, oppure, in alternativa, deve essere coerente con le pratiche commerciali di settore.
Bisogna analizzare caso per caso per capire se un costo è o no deducibile, non esiste un elenco specifico dove sono indicati tutti i costi deducibili, ma in base: all’attività svolta, a quanto stabilito dalla legge e in base all’orientamento giurisprudenziale, si può capire se un costo è inerente o meno e quindi se è deducibile o no.
Palermo, 19/10/2011
Denia Carollo e Angelo Pisciotta