L’Agenzia delle Entrate, dopo i blitz della guardia di finanza (relativi a verifiche sull’emissione degli scontrini fiscali); dei funzionari dell’Inps (relativi a verifiche sulla regolarità contrattuale del personale); e della polizia municipale (relativi a verifiche su auto di lusso); nelle città di Cortina, Roma e Milano, torna nuovamente in campo contro l’evasione fiscale, controllando, anche a Palermo e provincia, 49 esercizi commerciali (centri benessere ed istituti di bellezza) e irrogando sanzioni per circa € 150.000,00.
L’Agenzia delle Entrate, per il 2012, oltre all’introduzione dei nuovi strumenti di accertamento, come il Redditometro e lo Spesometro, ha previsto ulteriori controlli delle varie attività economiche, sia in termini fiscali (per quanto riguarda l’emissione dello scontrino fiscale) sia in termini previdenziali (lavoratori in nero).
I controlli sul territorio sono stati eseguiti affiancando, per un’intera serata, uno o più uomini della Guardia di Finanza al cassiere del locale oggetto di verifica, in modo tale da procedere, in tempo reale, al controllo relativo all’emissione degli scontrini fiscali che, vista le “presenza” degli uomini delle fiamme gialle, saranno certamente emessi per tutte le operazioni.
A fine giornata la GDF procede ad un riscontro di tipo statistico. Infatti, incrociando i dati degli scontrini rilasciati nella serata in cui sono stati effettuati i controlli con i dati degli scontrini rilasciati nelle settimane precedenti o in giorni simili (es. week-end delle settimane precedenti), di solito, emergono differenze.
In pratica, un scostamento eccessivo, come peraltro in alcuni casi del 300%, sarà un indizio di evasione. Tuttavia, questi accertamenti, senza ulteriori indizi, potrebbero però non essere idonei a rappresentare una presunzione grave precisa e concordante. Spetterà al contribuente, soggetto al controllo, dare una spiegazione, in sede di contraddittorio, di questo scostamento.
I primi controlli, prevalentemente sull’impiego di manodopera, della Guardia di Finanza sul territorio Palermitano risalgono a novembre 2011, dove, sono stati sottoposti a controlli 24 esercizi commerciali, fra ristoranti e pizzerie, con la scoperta di 29 lavoratori in nero e 4 lavoratori con contratti irregolari.
Qualche settimana dopo (dicembre 2011) sono stati effettuati altri controlli, a Palermo e provincia, delle fiamme gialle. Sono stati presi di mira 94 esercizi commerciali del settore alimentare, articoli per la casa, abbigliamento ed articoli da regalo con la scoperta di numerose irregolarità fiscali derivanti dalla mancata emissione dello scontrino fiscale.
Dopo questo intervento da parte della Guardia di Finanza, nel mese di gennaio 2012, sono stati effettuati 535 controlli, sempre nella zona di Palermo e provincia, sul mancato rilascio alla clientela di scontrini e ricevute fiscali. Con la conseguenza di 195 attività multate e 42 violazioni riscontrate.
Infine, più di recente, nel mirino sono finite 49 attività di centri benessere e saloni di bellezza operanti a Palermo e provincia. Questo controllo, a tappeto da parte della guardia di finanza, ha portato alla scoperta di numerose violazioni fiscali e previdenziali.
Infatti, su 49 esercizi controllati, 16 centri benessere e saloni di bellezza non rilasciavano ricevute fiscali alla clientela, mentre, 10 sono stati multati per l’impiego di manodopera irregolare (11 lavoratori in nero), irrogando sanzioni per un valore complessivo pari a € 150.000,00.
Oltre le sanzioni, sono state sequestrati diversi beni mobili ed immobili a soggetti attivi del reato che hanno ottenuto un vantaggio economico attraverso le irregolarità fiscali e previdenziali compiute.
Infatti, l’art. 11. L. 146/2006 prevede, anche per i reati tributari, la confisca per equivalente. Cioè, qualora la confisca delle cose che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato non sia possibile, il giudice ordina la confisca di somme di denaro, beni od altre utilità di cui l’evasore ha la disponibilità, anche per interposta persona fisica o giuridica, per un valore corrispondente a tale prodotto, profitto o prezzo. In tali casi, il giudice, con la sentenza di condanna, determina le somme di danaro o individua i beni o le utilità assoggettati a confisca di valore corrispondente al prodotto, al profitto o al prezzo del reato.
Infine, la Guardia di Finanza ha annunciato che, con un piano prestabilito, i controlli, per il recupero ed il contrasto dell’evasione fiscale e di emersione del lavoro nero, andranno avanti sia quotidianamente e sia attraverso piani periodici straordinari di volta in volta mirati su determinati settori ritenuti a rischio.
Palermo, 10 febbraio 2012
Angelo Pisciotta