6 settembre 2024
A partire dal 1° settembre, i datori di lavoro hanno a disposizione nuovi bonus per le assunzioni stabili di giovani, donne e per le aziende nelle Zes (Zone economiche speciali) grazie a tre incentivi previsti dal decreto Coesione.
Questi bonus completano il nuovo pacchetto di aiuti all’occupazione voluto dal governo Meloni e dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, concentrato su categorie considerate più svantaggiate.
Particolare attenzione è rivolta al Sud Italia, con l’esonero contributivo per le Zes e la proroga fino a dicembre 2024 della decontribuzione per il Mezzogiorno, in attesa di una revisione annunciata dal governo nei mesi scorsi.
Inoltre, con la prima parte della riforma fiscale arriva un nuovo esonero: una maxi-deduzione fino al 120%, che può salire al 130% per assunzioni di alcune categorie di lavoratori.
Questo bonus, già attivo, si applica retroattivamente alle assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2024.
Giovani
Il decreto Coesione introduce un nuovo bonus per l’assunzione di giovani, che sostituisce tutte le precedenti agevolazioni per l’occupazione giovanile.
I datori di lavoro privati che, dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, assumono under 35 con un contratto a tempo indeterminato (mai occupati prima con contratto a tempo indeterminato) o stabilizzano un contratto a termine, ottengono per massimo 24 mesi l’esonero totale dai contributi previdenziali fino a 500 euro al mese per ogni lavoratore (esclusi premi e contributi Inail).
Se le assunzioni avvengono in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, l’esonero aumenta fino a 650 euro al mese.
Sono esclusi i contratti di lavoro domestico e di apprendistato, ma l’incentivo si applica in caso di precedente assunzione con contratto di apprendistato non proseguito in ordinario rapporto a tempo indeterminato.
Questo bonus è compatibile con la maxi-deduzione fino al 130% prevista dalla riforma fiscale per le nuove assunzioni.
Le aziende che richiedono il bonus non devono aver effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti l’assunzione agevolata; se licenziano nei sei mesi successivi all’inizio del bonus, l’agevolazione viene revocata e il bonus recuperato.
Donne
Dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, i datori di lavoro privati che assumono donne svantaggiate con un contratto a tempo indeterminato ottengono l’esonero totale dai contributi previdenziali per 24 mesi, fino a un massimo di 650 euro al mese (esclusi premi e contributi Inail).
Il bonus è destinato a donne di qualsiasi età senza un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi e residenti nelle regioni del Sud, oppure a donne disoccupate da almeno 24 mesi ovunque residenti.
È stato specificato che l’incentivo spetta anche per le donne disoccupate da almeno sei mesi che lavorano in settori con un tasso di occupazione femminile inferiore di almeno il 25% rispetto a quello maschile. Anche in questo caso sono esclusi i contratti di lavoro domestico.
Zes
Il terzo bonus è il bonus Zes e si rivolge alle assunzioni, effettuate nel periodo compreso dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, di lavoratori a tempo indeterminato, con più di 35 anni di età, che siano disoccupati da almeno 24 mesi, presso una sede situata in una Zes del Sud. In questo caso spetta l’esonero totale dai contributi previdenziali per 24 mesi, fino a un massimo di 650 euro al mese (esclusi premi e contributi Inail).
Anche il bonus Zes non si applica ai contratti di lavoro domestico.
Under 35
Per incentivare l’occupazione giovanile, è già attivo un bonus per i disoccupati under 35 che avviano un’attività imprenditoriale tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, nei settori delle nuove tecnologie, della transizione digitale ed ecologica.
Questo incentivo prevede l’esonero totale dai contributi previdenziali per i datori di lavoro privati, fino a un massimo di 800 euro al mese per ogni dipendente under 35 assunto a tempo indeterminato nello stesso periodo (esclusi premi e contributi Inail).
L’agevolazione dura fino a tre anni e comunque non oltre il 31 dicembre 2028, e non è valida per il lavoro domestico.
Inoltre, le imprese avviate da questi giovani imprenditori possono richiedere all’Inps un contributo di 500 euro al mese per un massimo di tre anni (fino al 31 dicembre 2028), somma che non è soggetta a tassazione.
Autonomi – Autoimpiego Centro Nord Italia
Il decreto Coesione sostiene anche il lavoro autonomo nelle libere professioni e nelle attività imprenditoriali, attraverso due misure: Autoimpiego Centro Nord Italia e Resto al Sud 2.0.
Questi interventi sono rivolti a giovani under 35 in difficoltà o marginalità, compresi disoccupati, inattivi, e beneficiari del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).
Sono previsti finanziamenti per formazione, assistenza nella progettazione iniziale, tutoraggio per migliorare le competenze e incentivi sotto forma di voucher non rimborsabili.
Con Autoimpiego Centro Nord Italia, si possono ottenere fino a 30.000 euro per acquistare beni, strumenti e servizi necessari per avviare un’attività autonoma, imprenditoriale o professionale, sia individuale che collettiva.
L’importo sale a 40.000 euro se si acquistano beni e servizi innovativi, tecnologici, digitali, o che migliorano la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
In alternativa, è possibile ricevere un aiuto in regime de minimis per spese fino a 120.000 euro, con un contributo a fondo perduto pari al 65% dell’investimento.
Per spese tra 120.000 e 200.000 euro, il contributo a fondo perduto è del 60%.
Resto al Sud 2.0 – Voucher di avvio per le attività nel Mezzogiorno
Con Resto al Sud 2.0, le attività nel Mezzogiorno possono ricevere un voucher di avvio fino a 40.000 euro per l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari per avviare l’attività, che può arrivare a 50.000 euro se si acquistano beni e servizi innovativi.
È previsto un aiuto a fondo perduto fino al 75% per spese fino a 120.000 euro, mentre per spese tra 120.000 e 200.000 euro l’aiuto scende al 70%.
I destinatari dovranno contribuire finanziariamente ai costi degli investimenti, con percentuali variabili a seconda della localizzazione delle attività imprenditoriali.
Super deduzione
Maxi sconto fiscale del 120% per chi assume
È già attivo un maxi-sconto fiscale del 120% per le imprese e i professionisti che assumono lavoratori a tempo indeterminato, che sale al 130% per alcune categorie meritevoli di maggiore tutela.
Il super sconto fiscale del 120% sul costo del lavoro si applica a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e ai lavoratori autonomi e professionisti per il periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023.
L’agevolazione riguarda i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato, contribuendo alla determinazione del reddito.
È prevista una deduzione maggiore per le nuove assunzioni di lavoratori appartenenti alle categorie protette elencate nel decreto legislativo n. 216 del 2023 sulla revisione dell’Irpef, come disabili, giovani under 30, mamme con almeno due figli, donne vittime di violenza, ex percettori del reddito di cittadinanza, e disabili.
In questo caso, la deduzione del costo del lavoro sale al 130%.
Sono esclusi dall’agevolazione i soggetti senza reddito d’impresa, come imprenditori agricoli o chi svolge attività commerciali occasionali, e le società in liquidazione o in procedure di crisi.
La deduzione è valida solo se il numero di dipendenti a tempo indeterminato alla fine del periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023 è superiore a quello del periodo precedente. Sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro per finanziare questa agevolazione.
Sgravi – Decontribuzione Sud, proroga al 31 dicembre
La decontribuzione Sud è prorogata fino al 31 dicembre 2024.
La proroga di sei mesi si applica solo alle assunzioni effettuate entro il 30 giugno 2024, con un esonero del 30% sui contributi previdenziali; non si applica alle assunzioni successive al 30 giugno.
La misura, originariamente prevista fino al 2029 con intensità decrescente, dipende dall’approvazione della Commissione UE. È rivolta ai datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, escludendo i settori finanziario e agricolo e il lavoro domestico.
Attualmente, lo sconto contributivo è del 30% fino al 2025, scende al 20% nel 2026-2027, e al 10% nel 2028-2029, senza massimali per singolo lavoratore.
Le aziende accedono all’agevolazione tramite le denunce contributive mensili (flusso Uniemens) seguendo le istruzioni Inps. L’Italia ha chiesto al regime esistente due modifiche: un aumento del bilancio di 2,9 miliardi (portandolo da 11,4 a 14,3 miliardi) e una proroga del taglio contributivo fino al 31 dicembre 2024.
Avv. Dott. Angelo Pisciotta