La legge 234/2021, nota come la Legge di Bilancio 2022, proroga fino all’anno 2025 il credito di imposta per investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali predisposto esclusivamente nell’ambito della Transizione 4.0.
Tale piano nazionale posto in essere dal Ministero dello Sviluppo Economico, mira ad accompagnare ed incentivale le imprese italiane all’innovazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Il credito di imposta per i beni strumentali generici materiali e immateriali che non sono del tipo 4.0, al momento, non è stato prorogato.
Vengono introdotti dei nuovi commi dalla Legge di Bilancio 2022 che hanno lo scopo di estendere e spiegare la nuova normativa.
Il primo introduce nuove disposizioni per le imprese che effettuano investimenti in beni materiali 4.0 strumentali elencati nell’allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iper ammortamento, per l’attività svolta.
Infatti, tutti gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi acquistati nella fascia temporale 1 gennaio 2023 – 31 dicembre 2025 (o fino al 30 giugno 2026 se l’ordine risulta accettato dal venditore e sia stato versato un acconto di almeno il 20%, metodo chiamato “prenotazione”) sono agevolabili con un credito di imposta pari al:
- 20% del costo per la quota investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 10% del costo per la quota di investimenti compresi tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro;
- 5 % del costo per la quota di investimenti maggiore a 10 milioni di euro ed entro il limite massimo di 20 milioni di euro dei costi complessivamente ammissibili.
L’agevolazione risulta ridotta sia rispetto alla misura prevista per l’anno 2021 (50%, 30% e 10%), che a quella relativa all’anno 2022 (40%, 20% e 10%).
È importante sottolineare che la misura relativa al credito di imposta prevista prima della presente normativa rimarrà in vigore per tutto il 2022.
Per comprendere meglio, l’applicazione dei criteri agevolativi, previsti per l’anno 2022 o per gli anni 2023-2025, è subordinata al momento di effettuazione dell’investimento.
Se l’investimento agevolabile è stato effettuato entro il 31 dicembre 2022, è stato accettato l’ordine dal venditore ed è stato versato un acconto di almeno il 20%, si applicherà la disciplina relativa al 2022 (40% – 20% – 10%), anche se l’investimento si concluderà entro giugno 2023.
Se non sussistono le sopracitate condizioni, per gli anni 2023-2025 si applicherà la disciplina regolata dalla nuova legge di Bilancio oggetto della presente analisi.
La legge di Bilancio 2022, poi, proroga il credito di imposta per gli investimenti in beni immateriali strumentali 4.0 ossia per gli investimenti effettuati nei beni di cui all’allegato B alla Legge n. 232/2016 come integrato dall’articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205
La proroga prevede l’estensione dell’agevolazione fino al 31 dicembre 2025 o, eventualmente, entro il 30 giugno 2026 se c’è stata l’accettazione dell’ordine da parte del venditore e il conseguente versamento dell’acconto di almeno il 20% (cosiddetta prenotazione).
La natura di tale agevolazione varia a seconda del periodo considerato:
- fino al 31 dicembre 2023 (o entro giugno 2024 se è avvenuta la cosiddetta prenotazione entro il 31 dicembre 2023) è previsto un credito di imposta pari al 20% del costo nel limite massimo annuale di 1 milione di euro;
- dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024 (o fino al 30 giugno 2025) il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 15% del costo, nel limite massimo annuale di 1 milione di euro dei costi ammissibili;
- infine, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2025 (o fino al 30 giugno 2026), è prevista un’agevolazione pari al 10% del costo, nel limite massimo annuale dei costi complessivi pari a 1 milione di euro.
Vengono, in ultima analisi, prorogati anche i crediti di imposta per:
- attività di Ricerca e sviluppo, prorogato dal 2023 al 2031 nella misura del 10% del costo fino a un massimo di spesa annuale pari a 5 milioni di euro;
- attività di innovazione tecnologia e attività di design e ideazione estetica, prorogati nella misura del 10% per il 2023 e del 5% per gli anni 2024 e 2025 fino a un costo massimo annuale di 2 milioni di euro;
- Transizione ecologica 4.0, nella misura del 10% per l’anno 2023 e del 5% per gli anni 2024-2025 fino a un massimo annuale di 4 milioni di euro.
Oltre ai benefici sopra elencati, la Legge di Bilancio 2022, con l’articolo 1, comma 175, proroga fino al 31 dicembre 2022 la possibilità di usufruire del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno.
Fattore particolarmente importante è la possibilità di cumulare gli aiuti previsti per la Transizione 4.0 sopra riportati, con quelli del Mezzogiorno.
Il credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno è richiedibile dalle imprese site in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise.
Tale bonus consente di ottenere un credito di imposta a seguito di acquisto (anche con il metodo della locazione finanziaria) di attivi materiali e immateriali, macchinari, impianti e attrezzature che siano destinati, come definito all’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (Ue) 651/2014:
- a nuovi stabilimenti, ampliamenti di stabilimenti esistenti o alla produzione diversificata di prodotti mai realizzati prima;
- al miglioramento del processo produttivo che rientri nello stesso codice di classificazione delle attività economiche (ATECO);
- alla creazione di un nuovo stabilimento o ad un ampliamento di stabilimenti esistenti per la produzione di beni diversi da quelli precedentemente prodotti;
- all’acquisizione di stabilimenti chiusi o in chiusura per lo svolgimento di attività differenti da quelle svolte prima dell’acquisizione;
In tutti i casi di cui sopra, è fondamentale la presenza del requisito della novità: senza di esso, non è possibile usufruire del bonus.
L’entità del credito richiedibile è così definita:
- Per le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise: 45% del costo per le piccole imprese per la quota di investimenti fino a un massimo di 3 milioni di euro, 35% del costo per le medie imprese per la quota di investimenti fino a un massimo di 10 milioni di euro, 25% del costo per le grandi imprese per la quota di investimenti fino a un massimo di 15 milioni di euro;
- Per la regione Abruzzo: rispettivamente 30% piccole imprese, 20% medie imprese e 10% grandi imprese.
Nei casi in cui si stipuli un contratto di locazione finanziaria, si considera costo quello sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni al netto delle spese di manutenzione.
Palermo 13 gennaio 2021 Avv. Dott. Angelo Pisciotta